INTERVISTA TELEVISIVA A CURA DI MICHELE AGLIO
"L'Aglieno intervista Beppe Cantarelli"
L'aglieno ha incontrato il "giullare di Dio", Beppe Canterelli, cantautore di fama internazionale che vive fra Busseto (PR) e Hollywood (LA). Le puntate sono andate in onda il 5 febbrio 2007. Beppe Cantarelli: "Firmo sempre le mie lettere con un messaggio molto semplice: love & music. La mia preghiera prima di andare a dormire è: se non riesco a scrivere più nulla di decente, lasciami andare..."


Michele Aglio: "Questa sera abbiamo un grande cantautore di livello internazionale. Ormai bi-lingue, italiano-inglese, anzi quasi parmense-holliwoodiano: due anime da conciliare come?"

Beppe Cantarelli: "Si fa un po' fatica alla mia età. Viaggiare stanca. Tanti anni fa mi piaceva molto. Ho sempre sognato vivere in Italia e in America, due realtà così diverse, ma anche così simili. Adesso cerco di viverle con un pochino più di calma. Come vedi il grigiore è apparso. Faccio dei periodi più lunghi in Italia e poi più lunghi a Los Angeles".

Michele Aglio: "Hai messo davvero le radici?"

Beppe Cantarelli: "Dove?"

Michele Aglio: "La tua casa è il mondo! Noi ti conosciamo perchè negli ultimi anni sei intervenuto moltissimo sulle nostre reti e con un qualcosa di molto profondo, artistico, religioso, culturale e storico. Ormai ti conosciamo come il cantautore di Dio".

Beppe Cantarelli: "La direttrice del Santuario del Divino Amore di Roma, mia carissima amica, mi ha definito il giullare di Dio e questo mi fa molto piacere. Non so se lo sono. So di sicuro che se c'è una redenzione per me è attraverso la musica e quindi continuo a farla. Ho cominciato dopo aver frequentato il glorioso liceo classico Daniele Manin di Cremona. L'ho fatto per passione. La musica pare troppo usa e getta e di plastica. Non mi piace più. Faccio la musica per intrattenimento dell'anima, come ha detto monsignor Busi a Borgotaro l'altro giorno".

Michele Aglio: "Io sono andato al glorioso liceo scientifico Gaspare Aseli di Cremona. A livello atletico vi battevano come ridere, a livello musicale non c'era partita".

Beppe Cantarelli: "E a livello culturale non parliamone nemmeno".

Michele Aglio: "C'è il greco e anche il latino naturalmente. Tu canti in latino, oltre che in italiano e in inglese. Con Mariah Carey un grande successo: cosa hai composto?"

Beppe Cantarelli: "Ho avuto l'onore di fare un brano che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo: I Still Believe. E' un brano che ha presentato a San Remo quand'era ospite ufficiale".

Michele Aglio: "Tu sei stato scoperto qui a Cremona. Raccontaci l'aneddoto che ti ha portato alla corte di Mina".

Beppe Cantarelli: "Quando facevo il liceo, suonavo con Franco Neva, un carissimo amico che abbiamo perso recentemente. A giurisprudenza facevo finta di andarci. Lui mi presentò a Mina. Feci con lei lo storico album Attila e Mina bussola domani, dove suonavo la chitarra. Grazie a queste collaborazioni la mia carriera è salita alle stelle. Veramente Mina mi ha lanciato e a lei e a Franco Neva devo moltissimo".

Michele Aglio: "E come sei arrivato a Hollywood?"

Beppe Cantarelli: "In aereo... Siamo arrivati - scusami il plurale maiestatis - a Hollywood perchè in Italia mi dicevano che ero troppo americano, sai... le gelosie. Ho deciso di fare questa esperienza proprio perchè volevo continuare a studiare come si fanno i dischi pop. La nostra produzione di canzonette si rifà al taglio anglosassone. Fa parte della loro cultura. Loro ce l'hanno sempre insegnato, noi cerchiamo sempre di scopiazzare". Michele Aglio: "Hai sempre avuto questo look".

Beppe Cantarelli: "No, avevo i capelli più ricci, selvaggi e non bianchi, alla Jimmy Hendrix".

Michele Aglio: "Dirti che assomigli a Gesù Cristo è giocoforza".

Beppe Cantarelli: "Visto che provochi. Cadiamo nella provocazione. L'anno scorso ho tenuto un concerto alla chiesa di Ognissanti a Roma, quella di don Orione. C'erano dei miei manifesti con il mio faccione. Il parroco don Antonio mi ha riferito che delle vecchiette facevano il segno della croce e alcune si inginocchiavano. La provocazione ti è costata cara".

Michele Aglio: "Torniamo sullo stile. Il plurale maiestatis te lo si può concedere: siete tu e la tua chitarra. Questo tuo modo di essere giorno-notte, questo tuo contrasto, lo trovi anche nel modo di scrivere?"

Beppe Cantarelli: "Quando parli e vivi una lingua, devi pensare quella lingua. Vivo da 25 anni in America e il mio accento non è di quelli che vanno due giorni a Londra poi parlano tutto così [scimmiotta il Queen English]. Sono cittadino italiano e americano. A volte dipende dal genere musicale che scrivo. Ultimamente ho scritto un brano in italiano, la strofa, e in inglese il chorus. L'ho scritto in due momenti diversi, appunto. Questa canzone è rimasta così.

Michele Aglio: "Fai come Zucchero? Una strofa in italiano e la stessa in spagnolo e inglese".

Beppe Cantarelli: "Non conosco bene Zucchero. Penso che il suo usare più lingue sia un fatto molto estetico".

Michele Aglio: "E' il contenuto che ti dà forza. Ma non solo: l'interpretazione dei brani. Penso al Magnificat, recentemente è stato il tuo tour più recente".

Beppe Cantarelli: "Il contenuto è stato scritto duemila anni fa nel Vangelo di San Luca. E' quello che io chiamo musica sacra. Non oso chiamare musica sacra altre composizioni che faccio io e che canto durante la liturgia. La chiamo musica inspiration, cioè che viene dall'anima e spero che tocchi l'anima della gente che ascolta. Il Magnificat parla da solo. Mi sono avvicinato al questo testo perchè mi è stato chiesto di scrivere della musica. Mi ricordo che ero molto intimidito. Ci misi un anno per trovare qualcosa di decente".

Michele Aglio: "Hai portato questa sacralità in un ambito molto piccolo, rispetto magari alle grandezze americane. Eri stufo dell'America?"

Beppe Cantarelli: "No, non sono stanco. Vivo sempre due realtà. Non posso rinunciare all'America. Negli Anni Settanta e anche Ottanta si poteva fare della bella musica di un certo spessore. Poi è diventata usa e getta, corporate, di plastica solo estetico, non ho più trovato stimoli. Non solo per quello ho scelto la musica sacra e nemmeno perchè ho visto la luce di damasco, come hanno scritto alcuni giornali. Il vescovo di Fidenza, il soresinese Maurizio Galli, al teatro Magnani - quando mi diedero la cittadinanza onoraria - lesse alcune liriche in italiano. Erano la traduzione dei brani che cantavo quella sera, tratte da Show me the way ("Mostrami la strada"). Lui disse a tutti riferendosi a me: c'è sempre speranza per la redenzione. Penso sia vero, soprattutto per me. Sono un cattolico scalcinatissimo. Come uomo valgo ancora di meno, probabilmente. Trovo, però, una grande dignità nella mia musica e trovo la forza di andare avanti e di mettermi in contatto con la mia anima. Questo mi avvicina a Dio a volte. E condivido le mie emozioni di compositore con la gente. Mi dà una grande felicità, che avviene solo attraverso la musica".

Michele Aglio: "Quando ti guardi alle spalle cosa vedi?"

Beppe Cantarelli: "Vedo una vita senza rimpianti. Se dovessi pentirmi di qualcosa nei prossimi cinque minuti, l'unico regret... aiutami... l'unico rimpianto che avrei, è che non sono ancora riuscito a registrare tutte le composizioni che ho scritto. Per fortuna con la tecnologia si riesce a registrare le performance dal vivo, ma vorrei farlo anche in studio con un'orchestrazione che ho in testa. Non ho ancora avuto il tempo".

Michele Aglio: "Quando penso alla California mi viene in mente Schwarzenegger. E' davvero un mondo così aperto? Cosa manca? Magari mancano i tortellini?"

Beppe Cantarelli: "Hai già riposto tutto tu con i tortellini. L'America, come tutti i paesi tecnologicamente avanzati, penso che tutto il mondo sia paese. Cambiano le tradizioni... Quelle del mio paese me le porto sempre con me. Torno in America perchè porto avanti dei progetti molto ambizioni. Alcuni progetti sono legati al nostro governo e al Vaticano. Continuo ad andare e venire, limitando i viaggi, anche se dovrei farne molto di più. Divento pigro e il jet-lag è pesante. Scusami se sono un po' un vecchio brontolone".

Michele Aglio: "Soprattutto il jat-lag al ritorno... Ma a te non manca un film?"

Beppe Cantarelli: "Un film come?"

Michele Aglio: "Un film magari con te magari regista e protagonista... con la musica".

Beppe Cantarelli: "Se trovi qualcuno che ci mette i soldi..."

Michele Aglio: "E' un cruccio?! C'è qualcosa?"

Beppe Cantarelli: "Nella mia testa ci sono tanti progetti. Oggi vige la legge del capitolo quinto: chi ha i soldi in tasca ha vinto. Sai, un film è una proposta molto pesante. Sono anche Californiano. Qui un film a basso costo è di 70 milioni di dollari. Sono un povero artigiano della musica e vado per cattedrali con sponsor vari che credono in quello che faccio e mi aiutano. Ma un film con questi costi è... ho ancora qualche capello nero in testa: lasciamelo".

Michele Aglio: "Questi capelli fino alla fine dei tempi? Sono quelli di Sansone?"

Beppe Cantarelli: "Qualcuno ha cercato di tagliarli... Non dovrei perderli... A meno che qualcuno non me li voglia tagliare. Li tengo così perchè sono comodissimi".

Michele Aglio: "A sentirti sembra che tutte le donne che hanno i capelli lunghi, mentano. Ci passano ore ed ore. Effettivamente chi ti ha voluto fare lo scalpo? Chi sono i tuoi nemici?"

Beppe Cantarelli: "Tutti ce li abbiamo. Mettiamo un numero verde... A volte ci facciamo nemici con l'amore. C'è gente che non sa amare e ti odio perchè - bene o male - sai amare".

Michele Aglio: "Trenta secondi".

Beppe Cantarelli: "Firmo sempre le mie lettere con un messaggio molto semplice: love & music. La mia preghiera prima di andare a dormire è: se non riesco a scrivere più nulla di decente, lasciami andare; non ti devo dire io cosa devi fare, perchè lo sai tu meglio di me; però, fammi scrivere qualcosa di decente e tienimi qua".



Vedi intervista originale su www.micheleaglio.it