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"Intervista a Francesco di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso"

Grande festa della musica mercoledì 16 alle ore 21 al Parco Pellegrini, con la rassegna "Sere d'Estate 2004" che ospita la seconda edizione della "Ju Ju Night" in memoria di Giulio Capiozzo, indimenticato batterista degli Area. Sul palco, Francesco Di Giacomo & Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso, il cantautore Massimo Bubola, i jazzisti Enrico Rava e Gigi Cifarelli, il batterista Chicco Capiozzo (figlio di Giulio) e I 7 Maestri del Ritmo. L'evento è organizzato da Assessorato alle attività culturali e teatrali del Comune, Fondazione Monte di Parma, cooperativa Lune Nuove, associazione Diesis, Music Center Davoli, Metal Parma e Figurella; biglietti a 12 euro, prevendite da Mistral Set, Music Mille e Crisopoli, info www.lunenuove.com e 0521-798208. Ne Abbiamo parlato in anteprima con "Big" Di Giacomo. "Mercoledì lei si esibirà al Parco Pellegrini con il suo compagno di gruppo Rodolfo Maltese. L'assenza di Vittorio Nocenzi non significa che il Banco si è sciolto, vero?" "No. Questa 'task force' con me e Rodolfo è l'ideale per gli interventi che non richiedono la presenza di tutto il Banco, anche perchè i 6 elementi costituirebbero ben altro impegno tecnico". "In effetti, la serata di Parma presuppone rapidi cambi di scena fra vari artisti. Cosa proporranno Di Giacomo & Maltese? "Forse faremo un paio di brani del Banco trascritti per chitarra e qualche pezzo dei Beatles. Poi leggerò qualcosa di Pablo Neruda, ancora attuale a proposito del nostro momento storico". "Il concerto si prefigge di onorare la memoria di Giulio Capiozzo: qual è un suo ricordo personale? "Io so che è sia per Giulio che per Demetrio (Stratos, ndr). Sono entrambi della mia generazione e li ho conosciuti quando si andava felicemente incontro alle cose. Ricordo Capiozzo con grande verve, grinta, instancabile nel suonare e desideroso di stare dentro quel momento storico li e di credere che la musica potesse cambiare le cose. E poi, invece, col tempo scopri che per qualcuno la musica è una specie di medicina transitoria". "Lei-parla della musica degli anni '70 definita "progressive". Se Raf si è chiesto più volte "Cosa resterà degli anni '80", Di Giacomo può intuire cosa resterà dei'70? "Credo che la storia si misuri con palmi più lunghi dei decenni. Per quanto riguarda gli anni '70, mi è sembrato che televisivamente ci sia stata la volontà di oscurare, probabilmente perchè quel periodo ha chiamato in causa momenti molto forti, tanto da prendere il nome di 'anni di piombo'. Fazio stesso, nel suo programma sugli anni '70, ha parlato di 'anime mie' dimenticandosi della vera musica di cui più si fruiva allora". Lei collabora ancora con Beppe Cantarelli, noto compositore e cantante che vive tra Busseto e Los Angeles? "Si, scriviamo dalla cantata lirica alla canzone rock. Amo mettere le mani laddove non ho mai pescato. Beppe è un musicista di alta caratura, che fa cose che esulano un po' dal normale circuito della musica di consumo. E' un artista che lascia molto spazio ed è pronto a cambiare una melodia se quello che tu hai scritto gli piace".
Dalla "Gazzetta di Parma"
Pagina degli Spettacoli
a cura di Fabrizio Marcheselli
13 Giugno 2004
Tutti i diritti sono riservati
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