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"Un sontuoso musical religioso.
Nuova musica sacra con il Millennium Choir di Cantarelli"

Ottanta coristi (quaranta americani e quaranta italiani) che cantano in Duomo gremito di gente diretti da un maestro barbuto e crinito, con piano, armonica, chitarra e basi registrate d'accompagnamento. Il direttore è un fortunatissimo autore come il bussetano-losangelino Beppe Cantarelli (affiancato da Andrea Lee Davis, direttrice "in seconda", soprano, pianista e curatrice delle traduzioni). Sue sono le musiche che il coro interpreta, e il coro stesso è la sua "creatura prediletta": quel "Millennium Choir" che all'apertura del Giubileo 2000 e alla Giornata Mondiale della Gioventù di Tor Vergata ha eseguito (in mondovisione) un imponente Magnificat formato Cantarelli e "replicato" in Duomo con grande successo. Il concerto, presentato da Emanuele Ferro con la cantante Irene Fargo a fare da "madrina" all'esecuzione del Magnificat era organizzato dall'associazione ecclesiale "Mondo Giovani" della Diocesi di Fidenza, in collaborazione col Servizio per la pastorale giovanile della Diocesi di Piacenza-Bobbio e il Collegio Alberoni. Lo stile peculiare della produzione religiosa di Cantarelli (un sincretismo musicale a mezza strada fra scrittura classicheggiante e melodia dalle blande sfumature "nere"), all'inizio ha preso alla sprovvista molti ascoltatori. Di certo, con l'acustica del Duomo, è stata infelice l'idea di applicare al tutto una massiccia amplificazione elettrica. E l'uso di basi preregistrate, l'elementare mozione d'affetti di certi crescendo, i turgidi suoni elettronici (un Richard Strauss sintetico? che appesantiscono una composizione pur straordinaria come il "Sancuts" che ha aperto e chiuso l'esibizione possono spiegare questa impressione iniziale). Ma pian piano il pubblico entra nella logica di questo sontuoso "musical religioso" e l'educata freddezza iniziale si trasforma in trionfo. Il primo soprano Brenda Strong, attrice di successo prestata alla musica sacra (è mattatrice di Seventh Heaven, il family show più seguito d'America, ha recitato nel film "Starship Trooper" ed è ospite ricorrente di serie popolarissime come Ally MacBeal) se la cava ottimamente come solista nell'esecuzione della prima composizione di Cantarelli di argomento sacro: "Mentre Il Silenzio", un testo di ispirazione "giovannea" di David Maria Turoldo musicato con un'attenzione alla parola che porta la scrittura al limite del canto parlato, valorizzato da un arrangiamento giocato sul registro contraltile del coro. Tollak Ollestad primo tenore del Millennium Choir nonchè magnifico virtuoso di armonica con un debole per la musica nera e diverse collaborazioni illustri all'attivo (Al Jarreau, Dave Grusin, Gino Vannelli, l'ex-Eagles Don Henley), esalta con la sua morbidezza timbrica strumentale "Desiderata", appassionata canzone (le parole sono di Francesco Di Giacomo, il cantante del Il Banco Del Mutuo Soccorso) basata sul dialogo fra il coro e Cantarelli impegnato a chitarra e voce. "Ave Maria Mai più La Guerra", epica fin quasi al pomposo, è illuminata dalla bellissima voce del giovane sorpano georgiano Nanà Kavtaraschvili. A catturare senza riserve l'ascoltatore, poi, ci sono i momenti in cui Cantarelli si propone come cantante solista: a farsi apprezzare non è tanto "Per Te", composizione piano-voce un po troppo stentorea, quanto il lirico "Panis Angelicus" tassello di una messa in italiano e latino cui il compositore sta lavorando e soprattutto una grande ballata alla Stevie Wonder come "We Are The Seeds Of Tomorrow" (la lezione del più morbido pop anni Settanta affiora anche nella rotonda melodia alla Elton John - proprio così - di "Veni Sancte Spiritus". L'apparentemente incongrua - ma bella - esecuzione di Blinder Aus Osten, meravigliosa composizione pianistica a quattro mani di Robert Schumann eseguito a quattro mani dalla Davis e dalla giovane e bravissima Laura Benigna. E soprattutto "Padre, E' Giunta L'Ora" innodica composizione che tratta il tema più arduo e terribile del Cristianesimo (quello della "debolezza di Gesù" nel Getsemani) con singolare, inattesa dolcezza, unendo armonie sofisticate a una melodia di presa istantanea che renderebbe questo canto molto adatto ad un ipotetico uso liturgico. La cosa strumentale di Padre E' Giunta L'Ora (coi malinconici arpeggi di Cantarelli alla chitarra e la lirica armonica "dritta al cuore" di Ollestad) è stata forse il momento più bello della scaletta insieme con il "Magnificat". Esistono però realtà artistiche in cui i fini contano più dei risultati. L'inspirazione più dell'opera, gli aspetti simbolici più degli esiti estetici. Noi crediamo che il Millennium Choir sia una di queste realtà: rappresenta il coraggioso desiderio di creare una nuova musica sacra per il mondo d'oggi, l'utopia di un coro multiconfessionale (cattolici, protestanti, ebrei, mussulmani, "cani sciolti", che cantano insieme l'eterno rapporto tra l'uomo e il Divino. Questa è la musica che cerca di abbattere le barriere: di fede, di nazione, e anche di genere.

CHE ACCOGLIENZA, NON ME L'ASPETTAVO
SONO EMOZIONATO PER TANTO CALORE.


"Sinceramente non mi aspettavo un'accoglienza del genere. Sono onorato di essere stato ospitato col mio coro in una cattedrale così bella, e sono emozionato per il calore con cui ci hanno applauditi." Parola di un sorridente Beppe Cantarelli che, al termine di un concerto accolto dal pubblico con grande calore, sembra entusiasta degli spettatori almeno quanto loro lo sono stati di lui. Un entusiasmo condiviso dall'affascianante Brenda Strong, stella della tv Usa che col Millennium Choir ha trovato il modo di appagare un suo antico amore: "Al college ho studiato da soprano d'opera - racconta - cosa mi ha spinto a lavorare con Beppe? La passione: passione per questa splendida musica e per lo spirito che si respira in questo gruppo. Ci sentiamo una famiglia, e questo non è così abituale nel mondo dello spettacolo". Come Brenda, che pure ricorda con particolare emozione l'esibizione del coro davanti al Papa per l'apertura del Giubileo, anche Andrea Lee Davis (la bionda pianista - cantante - direttrice che sfoggia un'eccellente italiano) dice: "Non sono cattolica, la mia fede non si rispecchia in una chiesa ufficiale. Ma il mio desiderio di spiritualità è forte, quella che cantiamo è musica sacra". Cattolica fervente è invece Susan Youngblood, responsabile del coro e anche del progetto "Love songs": "Organizziamo concerti sia per raccogliere fondi per bambini bisognosi, ma soprattutto per intrattenere bambini malati terminali."
Dalla "Libertà"
Pagina degli spettacoli
a cura di Oliviero Marchesi
27 Marzo 2001
Tutti i diritti sono riservati
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