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"Mina e le mie grandissime fortune"

Esattamente venti anni fa ATTILA troneggiava nelle classifiche italiane. Un successo strepitoso al quale senza dubbio aveva contribuito in misura rilevante la collaborazione di Mina con un giovane di Busseto, Beppe Cantarelli, che nell'album arrangiava sette brani, firmandone cinque (tutti bellissimi) anche come autore. Da allora la carriera del musicista non si è più fermata: trasferitosi a Los Angeles, ha letteralmente 'sfondato' nel mercato americano firmando successi per i più importanti artisti di oltreoceano. Ma ora, dopo trenta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, a Beppe è tornata una grande nostalgia dell'Italia. E di Mina. Ma lasciamo che sia lui stesso a parlarcene.....
-Come e quando è nata la tua passione per la musica?
CANTARELLI: "Sono nato a Busseto in provincia di Parma, città natale di Giuseppe Verdi, quindi forse non devo aggiungere altro. A scanso di equivoci, però, e prima che i lettori comincino a pensare che addirittura in campo musicale io vanti privilegi "genetici", fammi precisare che da bambino ho militato nel prestigioso Coro della Chiesa Collegiata di San Bartolomeo di Busseto e, grazie agli insegnamenti del Direttore Artistico Monsignor Tarcisio Bolzoni, il primo "avvicinamento" alla musica è stato rigorosamente "tradizionale" e "classico": Mozart, Beethoven, Bach, Verdi stesso, etc. Col passare degli anni (e guardacaso quando il testosterone ha cominciato ad avere un ruolo forse più "importante" ed "aggressivo" nella mia vita di adolescente) ho sentito sempre più forte l'impulso di scoprire nuovi spazi musicali e a quel punto, conJimi Hendrix, Led Zeppelin e i Beatles che la facevano ancora da padrone, la svolta è stata praticamente inevitabile: "blues, rock and soul" e "testosterone" erano (e sono tutt'ora) una combinazione esplosiva e contagiosa come il raffreddore e le influenze negli asili infantili".
- Negli anni '70 hai iniziato a lavorare come turnista per diversi cantanti. Raccontaci di queste esperienze...
CANTARELLI: "Alla fine degli anni '70 sono andato a Milano, nella grande metropoli, dove in pochi mesi, probabilmente grazie alle mie chitarre ritmiche "funky" (adoravo gli Earth Wind & Fire, Quincy Jones, George Duke, I Tavares, Harold Malvin & The Blue Notes, etc) e ai miei assoli scatenati reminescenti del "rock and soul" del grande maestro Jimi Hendrix, sono entrato con discreto successo in quello che allora veniva chiamato il "giro delle incisioni discografiche".
- Poi sono arrivate le serate del '78 a Bussoladomani con Mina. Come le ricordi?
"Ve le riassumo con un episodio. La settimana scorsa ero a cena con mio fratello Giancarlo (al secolo Gissì) che vive sempre a Busseto con i miei genitori e, parlando con mia madre (che qualche volta venne a BussolaDomani con amici e amiche fans di Mina), mi ricordò di una sera in cui gli presentai Mina, nei camerini, prima di salire sul palcoscenico. Mina, molto bonariamente e facendo finta di essere incazzata con me, si lamentava con mio fratello dicendogli che non riusciva a capire come io potessi essere sempre così allegro e rilassato quando a lei, prima di salire sul palcoscenico venivano quasi le doglie! Per me lavorare dal vivo è già un'infusione di adrenalina pura: farlo con una "bestia del microfono" come Mina era come una droga ancor più potente". E mi ricordo che, quando glielo dicevo, mi urlava dietro ridendo e confessando bonariamente al mondo intero quanto mi odiasse!".
-Nel 79 è stata la volta di ATTILA, album di Mina indissolubilmente legato al tuo nome: vi firmasti 5 brani come autore e 7 come arrangiatore...
CANTARELLI: "ATTILA è un album che ascolto spesso ancora oggi, a distanza di vent'anni. A volte, quando ho ospiti a cena degli amici, è un album che regolarmente viene suonato anche qui nelle lontane colline di Hollywood, e devo dire con molto successo di critica e di pubblico (che, in questo caso, è per giunta squisitamente "non-italiano"...). Vorrei approfittare di questa intervista per ringraziare ancora "pubblicamente" Mina per avermi dato la possibilità di lavorare ad un progetto così bello ed entusiasmante e che ha senz'altro decretato l'inizio ufficiale della mia carriera artistica e professionale. Se si potesse fare un altro album così, sarei senz'altro pronto a "riemigrare" in Italia...nonostante il clima da queste parti non sia niente male!".-Com'è nata Tiger Bay? Chi è l'autrice Julie Scott?
CANTARELLI: "Era il periodo della disco music con grandi orchestrazioni di archi, fiati, etc...su ritmiche dance e funky-rock. Dopo l'enorme successo discografico in tutto il mondo della colonna sonora omonima Saturday Night Fever con brani come Stayin Alive, etc, proposi a Mina un brano come "Tiger Bay" e mi ricordo che lei, dopo aver imparato ed assimilato l'arrangiamento vocale 'non facile', mi bestemmiò dietro brontolando in cremonese, andò davanti al microfono e in un botto solo cantò tutta la canzone...quando le varie dive del momento quali Donna Summer o Gloria Gaynor, ammesso e non concesso che fossero riuscite a cantare un brano con le difficoltà vocali che presenta un brano come "Tiger Bay", avrebbero senz'altro impiegato diverse ore, se non diverse "session"! Julie Scott era l'ex-moglie di un membro del gruppo I Camaleonti: una ragazza inglese simpaticissima e fuori di testa come il sottoscritto (se non di più!). In quel periodo, dopo il divorzio, viveva a Milano ed aveva appena finito di lavorare con me ai testi in inglese di un progetto dance che era entrato all'unidicesimo posto nelle classifiche americane: il gruppo si chiamava Azoto ed io ero l'arrangiatore e co-produttore con l'amico Celso Valli. Quando si è trattato di trovare una tematica lirica al brano che poi è diventato "Tiger Bay", Julie mi sembrò la 'lyricist' adatta" .
-Parlaci di Paola Blandi, autrice degli spendidi testi di Se Il Mio Canto Sei Tu, Non Tornerò e Sei Metà.
CANTARELLI: "Ho conosciuto Paola Blandi quando lavoravo per la compagnia editoriale della Warner Bros Italiana, la Blue Team, il cui V.P A and R, Marco Gaido, era suo marito. Marco non solo mi ha fatto conoscere sua moglie con cui ho collaborato a diversi brani, fra cui i tre sopra menzionati, ma anche portato a Mina la prima canzone mia che lei avrebbe poi registrato, "Se Il Mio Canto Sei Tu". E' stato quindi grazie all'intraprendenza professionale di Marco e al bellissimo testo di Paola se ho poi iniziato a lavorare come compositore, arrangiatore e produttore con MINA. Il testo di "Sei Metà" è arrivato in un momento successivo quando MINA, dopo aver registrato "Se Il Mio Canto Sei Tu", ha voluto sentire (mi ricordo ancora le lunghe sessions negli uffici della PDU a via Senato, a Milano) tante altre mie composizioni fra cui una canzone con uno dei testi più belli che ho mai avuto l'onore di avere nella mia carriera di compositore: si tratta appunto della canzone "Non Tornerò".
-In Sei Metà hai duettato con MINA. Com'è andata?
CANTARELLI: "Più che come è andata, trovo interessante raccontarvi come è partirta!". Quando registrammo "Sei Metà" feci una base musicale con i musicisti, dopo di che cantai una cosidetta "voce giuda" per Mina che così avrebbe potuto studiare ed assimilare l'arrangiamento vocale. Quando, alcuni giorni dopo, Mina disse che era pronta per cantare, mi ricorderò sempre la faccia del tecnico del suono, il mitico Nuccio Rinaldis che aveva lavorato per anni con lei e aveva registrato centinaia di voci sue: Mina cominciò a cantare solo a circa metà della prima strofa e dopo che il brano era già iniziato. Ogni tanto poi si interrompeva e non cantava più, però ci faceva segni dalla "navata principale" della Basilica (noi in regia eravamo nel "presbiterio") facendoci capire di continuare comunque con la registrazione: io e lo stralunato Nuccio ci guardammo un paio di volte pensando che non avesse ancora imparato il pezzo e che stesse ovviamente provando. Alla fine, Mina, venne da noi in regia (nel "Presbiterio") e, invece di annunciare che avrebbe ricantato il tutto, chiese a Nuccio di aprire la pista della mia "voce guida" solo nei punti in cui lei non aveva cantato e alla fine del play-back lasciò tutti a bocca aperta dicendo che quella canzone sarebbe uscita come duetto con il sottoscritto. Al che io le feci presente che la mia era una "voce guida" e che, se l'avessi saputo, avrei cercato di cantare meglio alcune parti. Al che lei mi disse che si, avrei dovuto ricantare qualcosa. Andai allora nella "navata principale", davanti al microfono, e quando mi apprestai a ricantare, Mina mi disse che a parere suo le uniche due cose da rifare erano "Un Ballo Lento" e "Il Mio Silenzio". Mi azzardai a protestare, facendole notare che quelle due linee non erano quelle che pensavo dovessero essere ricantate, e lei mi spiazzò alla grande chiedendomi di ricantarle semplicemente con la "e" aperta cremonese!".
-In KYRIE hai firmato due pezzi particolarmente sofisticati e poco "commerciali" come "Fermerò Qualcuno" e "Radio". Come mai questa scelta?
CANTARELLI: "Sul fatto che i due brani in oggetto avessero un vestito sofisticato ed un testo pure sofisticato (soprattutto "Fermerò Qualcuno" di Marco Luberti), sono d'accordissimo con voi, ed è una scelta che se non fai con un'artista come Mina (che non so voi del Mina fans club, ma io considero una delle 5 cantanti più brave al mondo) con chi altri te lo puoi permettere? In quanto alla "commerciabilità", dopo più di vent'anni in questo "busisness" ho imparato ad usare questa parola con molta parsimonia e senz'altro con estrema precauzione. Per intenderci, da anni fa uno dei più grandi artisti internazionali (scusate se non faccio nomi) con milioni di dischi venduti nel mondo, ha chiesto al mio management dei brani per un nuovo album. Dopo aver ricevuto il materiale (avevo mandato 4 brani) il management e la sua casa discografica mi chiamarono per "ringraziarmi" e dirmi che però non erano interessati al materiale da me sottoposto in quanto l'Artista stava cercando qualcosa di più commerciale": nemmeno un anno dopo, uno di quei brani (che si chiamava "I Still Believe") è uscito nell'album di Mariah Carey e, fra tutte le versioni (rap, dance, radio, il singolo, etc) ha venduto quasi 20 milioni di dischi. Se quello non è un brano "commerciale" ditemi voi quanti dischi bisogna vendere per poter dire che un brano è veramente tale "Fermerò Qualcuno" e la stessa "Radio" (il testo di quest'ultima era del poeta ed amico Bruno Lauzi) a volte li canto solo voce e chitarra oppure voce e piano "unplugged" e sono brani che, a parere mio e di chi li ascolta, sono estremamente "commerciali" in quanto hanno una frase musicale che ti resta in mente, come dicono da queste parti hanno un "hook" (un gancio) che ti prende. Sono d'accordo con voi nel dire che forse, non avendo la tipica struttura "pop" ma bensì "blues", senz'altro non ricordano i pezzi che solitamente Mina, canta, però anche i Beatles hanno fatto grandissimi successi con brani che presentavano strutture prettamente "blues": per esempio "Yesterday" e "Hey Jude". Per far diventare più "commerciali" "Fermerò Qualcuno" e "Radio" forse dovrei riuscire a vendere milioni di dischi. Speriamo quindi che un giorno sia in grado di potervi "smentire" su questo con delle prove "inconfutabili" anche se, con una grande artista come Mina, penso che bisogna sempre badare alla "qualità" prima ancora che alla "quantità".
- Sono Sola Sempre, da SALOME' è forse la tua canzone più amata dei fans. Racconta come è nata:
CANTARELLI: "Come in "Anche Tu" (un altra canzone che è senz'altro la più "amata" dal mio commercialista, in quanto è ad oggi la canzone che ha maturato più royalties, in "Sono Sola Sempre" ho scritto prima la musica e poi, d'accordo con Mina, ho chiesto a Bruno Lauzi di scrivere il testo (mentre in "Anche Tu" il testo era di Popi Minellono). Penso che sarete d'accordo con me nel dire che Bruno ha decisamente indovinato il testo, sottolineando con maestria e molto gusto le atmosfere e le emozioni musicali, e scrivendo cose che solo Mina poteva cantare in modo così credibile."
-C'è qualche pezzo che hai scritto per Mina e che lei ha scartato a tuo avviso ingiustamente?
CANTARELLI:"No. Fra i pezzi che ho scritto per Mina non mi ricordo di uno in particolare che lei abbia scartato. Un pezzo però, che non ho scritto per Mina ma che le ho proposto per ben 4 volte negli ultimi 12 anni, è stato da lei "ignorato" o, per usare la tua terminologia alla lettera, è stato da lei ripetutamete "scartato": è il brano di cui accennavo sopra ("I Still Believe") e che in 10 anni ha raggiunto le vendite di 20 milioni di dischi nel mondo. Ma non trovo che sia stato "ingiustamente" scartato, anche perchè, per restare coerente con quello che ho affermato poc'anzi con Mina bisogna sempre badare prima alla qualità e poi alla quantità........giusto? anche se all'amico Magrini sono sicuro che non dispiacerebbe incrementare le vendite di Mina di alcuni milioni di albums!".
-Perchè ha lasciato l'Italia per l'America?
CANTARELLI: "Anche a questa domanda vorrei rispondere con una breve aneddoto. Durante le registrazioni di ATTILA ho dovuto letteralmente convincere Mina a cantare "Anche Tu". Il motivo del suo rifiuto era dovuto al fatto che trovava il brano "troppo americano": da allora (anche perchè poi mi sono sentito dire questa cosa da altri artisti con cui lavoravo, quali il Il Banco Del Mutuo Soccorso, etc) mi ero ripromesso che, se un giorno fossi mai riuscito ad andare in 'sta cazzo di America, avrei fatto in modo di non sentirmelo più ripetere. Veramente quello che poi mi sentii a volte dire era l'opposto, e cioè che quello che scrivevo era a volte forse "troppo italiano" o, come dicono da questa parti quando vogliono essere diplomatici "troppo europeo!".
-Parlaci dei tuoi successi oltreoceano...
CANTARELLI: "..cioè delle mie "grandissime fortune" dopo Mina? Appena arrivato negli Stati Uniti, in aprile 1982, ho avuto la "grandissima fortuna" di lavorare come chitarrista solista nel Budweiser Tour in giro per gli Stati Uniti con Quincy Jones, Kool and The Gang, Luther Vandross, Ashford and Simpson, James Ingram and Patty Austin. Due anni dopo ho avuto un altra "grandissima fortuna": il mio primo brano pubblicato negli Stati Uniti, una canzone che si chiamava "Another Night", andò al primo posto nelle classifiche americane e nei primi dieci posti di tutte le classifiche mondiali, cantato da una delle cinque cantanti migliori al mondo Aretha Franklin (dal momento che anche Mina è una cinque di queste cinque, ora vi lascio immaginare chi possano essere le altre tre!) A questo sono seguite altre "grandissime fortune" con successi con artisti come Joe Cocker ("Tell Me There's A Way", un brano tratto dal film 'Nove Settimane e Mezzo'), Bonnie Tyler ("Before This Night is Throught", un brano registrato anche da altri artisti quali Last Tango, Patty Weaver ed ultimamente anche da un artista italiano di vostra conoscenza, Beppe Cantarelli!), fino ad arrivare a Brenda K.Starr che ebbe un grandissimo successo nel 1989 con (e qui ci risiamo!) "I Still Believe", brano ultimamente riproposto da Mariah Carey e, in versione rap, anche da Krazie Bone".
-Che cosa ti manca dell'Italia e che cosa invece sei felice di aver trovato in America?
CANTARELLI: "L'Italia è il Paese in cui sono nato, dove sono cresciuto e che ancora la mia patria (come vedete non sono affetto da "esterofilia" gratuita....anzi, se mi sentite parlare, individuate facilmente il mio accento emiliano!). In America però ho trovato molta più libertà di espressione artistica. Pensate a due brani come "Another Night" e "I Still Believe", se li avessi scritti in Italia, sarebbero probabilmente ancora a fare la polvere nel cassetto e, con questo, non voglio "infierire" ulteriormente ma devo farvi notare che anche per la differenza dei mercati, non avrebbero certo venduto quai 30 milioni di copie...continuiamo però ad essere "coerenti" e guardiamo sempre e solo alla "qualità", OK?".
-Ultimamente cos'hai fatto?
CANTARELLI: "A Natale sono riuscito a portare il mio coro Millennium (oltre 150 persone più un orchestra di 110 elementi) in Vaticano, in diretta mondiale, ad eseguire un "Magnificat", da me composto, che mi è stato commissionato specificatamente dal Vaticano e dal Santuario romano della Madonna del Divino Amore. E' stata una grandissima soddisfazione e un piacevolissimo trionfo: abbiamo ricevuto una "standing ovation" da cardinali e monsignori. Sempre con il Millennium Choir, il prossimo 19 agosto, sarò nuovamente in Vaticano per il Papa, in occasione della giornata internazionale della gioventù. Stavolta eseguiremo una ballad-rock (alla Freddy Mercury and Queen) che ho composto recentemente insieme a Francesco Di Giacomo".
-E per quanto riguarda le tue attività più "secolari"?
CANTARELLI:"E' da poco uscito un mio cd singolo (edito dalla Rosso di sera/Emi) che contiene 7 versioni diverse in italiano, inglese e bilingual di un pezzo intitolato "Il Treno Delle Ore". Sto inoltre lavorando a due album di cui ovviamente voi del Club sarete i primi ad essere informati al momento opportuno...."
-Altri progetti per il futuro?
CANTARELLI:"Taaaanti progetti per il futuro: arrivare, perchè no, a vendere 100 milioni di dischi....casomai anche, fra le altre cose, con una riedizione più commerciale di "Fermerò Qualcuno" e di "Radio" in lingua inglese e spagnola, tanto per aggiungere qualche altra "grandissima fortuna" al mio resumè!...Scherzi a parte, sono ormai più di 10 anni che faccio solo musica che abbia la prerogativa di piacermi, entusiasmarmi e darmi dei grossi stimoli, un po come riuscivo a fare "a volte" quando vivevo ancora in Italia....e per "a volte" mi riferisco quasi ed esclusivamente a quelle volte in cui avevo l'onore e la "grandissima fortuna" di lavorare con Mina! Molto probabilmente questa mia decisione mi farà morire "povero" però estremamente "contento". In questa mia agenda squisitamente "creativa" rientra anche questa intervista con il MINA FANS CLUB: sono non solo onorato di condividere le mie esperienze con i lettori, fans e soci di questo giornale e soprattutto felicissimo di constatare che Mina ha un seguito così vasto e fedele di fans che la seguono "nel bene nel male"! E questo a casa mia si chiama "amore vero", e dove c'è "amore vero" c'è "soul"...e dove c'è "soul" prima o poi ci scappa della buona musica! Quindi, cari amici, per chiudere questo sillogismo un po aristotelico-cantarelliano prima che diventi troppo lungo e "sdolcinato" ma, se si tratta di fare della buona musica, sia in Italia, che in America, che a Timbuktum, la risposta è semplicissima: io ci sto!....E se proprio non si riesce a fare della buona musica, ho sempre la "grandissima fortuna" di poter mettere nel Cd player e "gustarmi" il volume 1 del doppio di ATTILA, selezione 3 e poi, perchè no, lasciarlo continuare anche sulla selezione 4....".
Da "Mina fans Club"
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