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"Il concerto di Beppe Cantarelli a Zibello:
una straordinaria fusione di poesia e musica"

Beppe Cantarelli, il compositore e tenore italo-americano nativo di Busseto, famoso per aver lavorato in America (e non solo) con grandi artisti, è stato il mese scorso nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Zibello per la gioia degli appassionati che accorrono da ogni dove per assistere ai suoi concerti. Il parroco Don Gianni Regolani, dopo aver ringraziato all'inizio l'artista e i suoi cantori, ha illustrato la finalità dell'iniziativa, volta a raccogliere - attraverso un associazione costituitasi di recente - fondi per il restauro dell'edificio sacro. Ha letto poi una bellissima preghiera a Maria scritta da Mons. Angelo Comastri, arcivescovo di Loreto, nella quale veniva chiesto alla "Madre della Gioia" e "Donna del Canto" che "la Festa del Cielo ci contagi fin da quaggiù per portarla e regalarla a tutti quelli che incontriamo". Ed era impossibile trovare parole migliori per introdurre un momento così bello di raccoglimento.
Cantarelli, dopo aver presentato il suo gruppo vocale quadrifonico "Stradivarius" con componenti di Parma, Piacenza e Cremona, i direttori Angelo Rubini e Stefano Ghisoni, la vocalist Paola Carra e i solisti Cassius Verucchi e Stefano Neva, ha motivato la sua presenza con parole molto sentite.
Ai rintocchi dell'orologio del campanile è rimasto in silenzio ad ascoltare, perchè anche lo scandire il tempo poteva avere un senso in quel momento, per poi "...dar voce allo slancio di Maria che canta con commossa riconoscenza "L'anima mia magnifica il Signore" e per " ...cantare con il cuore, perchè il cuore non sia una stella senza cielo. La musica, quando è musica che viene dall'anima, può regalarci un frammento di cielo".
Vorrei trovare le parole giuste per esprimere i sentimenti provati nella serata, soprattutto a chi non era presente. Chi c'era infatti si è lasciato affascinare da quella musica sublime che avvolge come fluido di torrente rigoglioso quel rincorrersi di parole e di voci e così ha dimenticato, per un paio d'ore, i propri affanni e forse anche i rigidi banchi di legno su cui era seduto! I brani, con testi sacri e liriche originali come tutti gli accompagnamenti musicali di grande impatto emotivo composti dallo stesso autore, sono stati eseguiti con vigore dal coro tra intensi e prolungati applausi. A volte i cantori hanno fatto solo da sfondo alla voce modulata, armoniosa ma anche potente dell'artista solo o in coppia con la vocalist, accompagnato come sempre dalla chitarra acustica.
Il "Sanctus" eseguito dal coro ha reso, subito, l'atmosfera più intima e ha chiuso definitivamente il mondo fuori. Beppe ha intonato "Tu Che Parli Con Gli Angeli", una lirica struggente; poi ancora il coro con "Veni Sancte Spiritus". Il canto "Ave Maria Mai Più La Guerra"(ispirato da una frase pronunciata da Papa Giovanni Paolo II al suo arrivo in Kosovo, mentre baciava la terra, dopo essere disceso dall'aereo) è stato preceduto dalla recita di un'Ave Maria (fa sempre un certo effetto sentire un cantante che chiede di dire insieme un'Ave Maria!). E' risuonata poi "Padre è Giunta l'Ora", lirica stupenda ispirata dal Vangelo del Venerdì Santo, un tuffo al cuore! Per "There's a Time" è, stata letta prima la traduzione in italiano per far partecipi gli spettatori che non conoscevano l'inglese (di solito il musicista bussetano prepara per i suoi concerti un opuscoletto con i testi in latino e in inglese e relativa traduzione, per coinvolgere meglio con le parole: qui non sono stati stampati per risparmiare in vista del restauro). Il "Kyrie" è piaciuto talmente tanto che, alla fine del concerto, è stato chiesto il bis.
Poi è stata la volta di "Fammi Cantare Con Gli Angeli", ispirata proprio nella stessa chiesa da una frase di Don Gianni impegnato in un battesimo con un bimbo che piangeva, nel 2004. Quindi in un crescendo di partecipazione si sono sentite le belle parole di padre Turoldo in "Ecco Un Aurora" e "Mentre Il Silenzio" tra le prime liriche "religiose" musicate da Cantarelli con una vena dai toni angelici veramente commovente. Con "We'll Always Be Free" dal ritmo incalzante l'autore, aiutato dalla vocalist Carra e dal solista Verucchi, oltre che dal coro, ha cercato di far cantare il pubblico come aveva fatto, ma con molto più successo, a Toronto in Canada nel 2001, raduno mondiale della gioventù con Papa Giovanni Paolo II (trasmesso in mondovisione). Anche il "Panis Angelicus", presentato in coppia con la fine vocalist, come succede durante la celebrazione di alcune messe, è stato catalizzante perchè Beppe, da sensibile interprete qual'è quando lo canta si trasforma e incanta. Il suo avvicinarsi alla gente, il suo trasporto, la sua voce calda e intensa e sempre più densa di sfumature, il suo muovere le mani che accompagna con delicatezza tutto il corpo nello sforzo di tirar fuori la voce, per dare sonorità a quella sua convinta preghiera, nella consapevolezza di aver ricevuto un dono e col desiderio di estenderlo e condividerlo con amore, si traducono in un emozione palpabile. Emozione che si rinnova con il pensiero, poi, per giorni e giorni...
Infatti si può pensare a Dio, pregare Dio, in silenzio, da soli e in comunione, ma è con il canto e con la musica che tutto il corpo partecipa alla lode.
E questo rimette il sangue in circolo e aumenta i battiti del cuore, così lo spirito si eleva staccandosi dalla materia e ci si dimentica di tutto il mondo assurdo circostante...E, ogni volta, con Beppe Cantarelli e i suoi cantori il prodigio si ripete. Ogni volta il suo canto diventa "il canto nuovo" del salmo perchè, ogni volta la sua passione contagiosa, il luogo scelto, il silenzio della gente presente che pende dalle sue labbra, la sua musica che fa vibrare le corde più intime del cuore, fanno diventare l'atmosfera magica creando un legame di comunità per un unica lode corale.
Dopo "Agnello di Dio" (brano della "sua" messa musicato di recente per il coro e preceduto da un'esibizione a cappella del solista Neva) Beppe ha proposto "Non Era Il Vento, è Stato Un Angelo", una toccante poesia. Tempo fa una madre, ascoltando la lirica per la prima volta poco dopo la morte del figlio, ha avuto un fremito, come se sentisse viva e vicina la presenza del figlio, ed ha espresso la sua emozione e la sua gratitudine in una lettera all'autore. Le note del sontuoso "Magnificat", di grande dolcezza ma anche di grande vigore, ancora una volta hanno riempito di esultanza le volte di una chiesa, assorbendo i presenti in una dimensione gratificante e concludendo degnamente il concerto. Ma gli applausi (che non finivano mai) hanno colpito la generosità del cantante ha proposto un brano del suo ultimo lavoro, un musical-film-opera intitolato: "San Bernardo da Corleone. Cantami o Mio Signore", prima del "Kyrie" a grande richiesta. Ancora applausi, ma poi la gente rimaneva lì a commentare e ad esprimere il suo vivo apprezzamento. E in diversi hanno detto:"E' stato bello essere qui stasera"! Si, perchè un concerto di Beppe Cantarelli non è solo un grande evento di straordinaria fusione tra poesia e musica, ma un momento di gioiosa preghiera e meditazione che ti lascia diverso da com'eri, con il desiderio sempre più forte di riviverlo al più presto! Qualcuno, poi, ha sparso la voce, che fuori c'era il banchetto delle delizie, graditissimo, per cui la chiesa si è svuotata e si è animata la piazza. Ma ancora la frase ricorrente era: "Quando sarà la prossima volta?" Don Gianni, con discrezione, aveva messo il cestino delle offerte in fondo alla chiesa, piuttosto in disparte....
Da "Il Risveglio"
Pagina di Arte, Cultura, Spettacolo
a cura di Mirella Capretti
24 Luglio 2009
Tutti i diritti riservati
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