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LA VOCE DI CREMONA

"Chiaccherata informale con Beppe Cantarelli,
musicista e paroliere dei più grandi artisti.
Quando Mina mi disse: 'Ti odio' "

CREMONA - Capelli lunghi, strumenti sempre in spalla, sguardo fisso verso il futuro. "Non so quanti a Cremona ricordino i Flashman. Se penso a quei tempi mi commuovo". Ne ha fatta di strada Beppe Cantarelli, musicista, compositore e arragiatore per i più grandi artisti del panorama italiano e americano, partito trentacinque anni fa dalle nebbie padane per sbucare fra i fumi artificiali dei palcoscenici più blasonati del piante. Fra coloro che si sono avvalsi del suo estro fuori dal comune alcuni nomi su tutti: Mina, Fiorella Mannoia, Renato Zero, Loredana Bertè, Tony Renis, per non parlare di Quincy Jones, Aretha Franklin, Stevie Wonder, Joe Cocker, il mito Miles Davis. Per capire il livello raggiunto, basti pensare che sul palco di Sanremo del 1999 Mariah Carey intonava le note della sua "I Still Believe". Nato a Busseto, oggi vive a Los Angeles, ma non tradisce le sue origini. Lo abbiamo incontrato giovedì sera all'Hosteria'700
Cos'è che la riporta qui, nostalgia dei sapori della sua terra?
"Beh questo è certo. E poi tanti amici e un legame profondo, che mi porta oggi a registrare tutti i lavori degli ultimi anni nella sagrestia della chiesa rinascimentale di San Pietro al Po. Il mio ex compagno di liceo e oggi parroco monsignor Attilio Arcagni non ne può più!"
Legame con i luoghi, ma anche con le persone quindi.
"Sopratutto con le persone. Alcuni cremonesi sono stati fondamentali per la mia vita e per la mia carriera. Nei primi anni '70 suonavamo ovunque in zona con i FlashMan. Poi fu il mio batterista di allora e mio grande amico Franco Neva a presentarmi Mina"
Ecco parliamo di Mina. Ci racconti un aneddoto.
"Io ero sul palco con lei a 'Bussola domani' nel 1978, data della sua ultima apparizione pubblica. Poco pima di salire sul palco ricordo che mi avvicinò e disse: "Ti odio, io sono qui terrorizzata e tu intanto scherzi e ridi con chiunque". La sua era una vera fobia, ma che talento".
Una ciliegia ne tira una seconda. Un'altra chicca?
"Sul disco Attila c'è un mio pezzo che s'intitola 'Sei metà'. L'avevo composto e registrato cantando in falsetto sulla musica per farlo ascoltare a Mina. Quando andai in sala d'incisione cantò solo una parte, lasciando degli incisi vuoti. Le chiesi come mai. Mi rispose che voleva lasciare la mia voce. Obiettai che era una prova, che almeno mi lasciasse reiciderla. Non volle sentire ragione: pretese solo che rifacessi due parole perchè voleva che le pronunciassi con un accento cremonese autentico: fui il suo primo duetto".
Poi è arrivata L'America. Tanto successo e ora?
"Ho lasciato il pop: ciò che prima era ricerca, oggi è solo 'usa e getta'. Sono tornato alle radici della musica occidentale: suono solo classica, spiritual, jazz e blues. E mi piace farlo dove sono piantate le mie radici"
Da "La Voce di Cremona"
a cura di Ivano Porfiri
2 Ottobre 2005
Tutti i diritti sono riservati
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