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"Cantarelli, il pop al servizio del sacro.
Da Busseto a Pontedellollio: voce soul e chitarra, per incantare"

Quanti musicisti pop italiani possono contare, tra gli spettatori di un loro singolo concerto, star hollywoodiane come Cameron Diaz, Mira Sorvino e Nicolas Cage e, per buona misura, un mammasantissima degli ultimi 30 o 40 anni di black music come Quincy Jones? Tolti grandi fenomeni mediatici come Andrea Bocelli, il solo fra i nostri connazionali a poter vantare platee di questo genere (l'elenco parziale sopra riportato è preso da un'esibizione del 28 luglio scorso alla Christ The King Catholic Church di Los Angeles, ma poteva essere preso da qualsiasi altra serata) è forse Beppe Cantarelli, eclettico e dotatissimo musicista bussetano di origini piacentine (alsenesi, per la precisione) che da molti anni vive in Usa dove esercita un'attività di autore e arrangiatore di grande successo. Questo "Re Mida del pop" internazionale venuto dal Ducato, l'altra sera è tornato nella sua Busseto per un concerto accolto da entusiastici consensi. Un concerto con cui Cantarelli, pur presentandosi carico di gloria a una cittadina con cui ha mantenuto saldissimi rapporti (ha composto musica sacra per la Collegiata di San Bartolomeo su richiesta di don Tarcisio Bolzoni, il suo primo maestro di musica), è andato davvero a mettere la testa nella bocca del leone, entrando nel "santuario" di un altro e più antico musicista nativo di Busseto, come lui barbuto e che come lui si chiamava Giuseppe: parliamo di quel tempio del culto verdiano che è il circolo lirico Falstaff, organizzatore della serata (che avrà una replica "solo per soci" sabato 11). "Qui, davvero, rischio di mettere a repentaglio una carriera" scherzava Beppe prima dell'esibizione: ma il "fortino" dei melomani è stato conquistato senza riserve. Presentato da Antonella Lambri ed Egidio Bandini per la regia di Carlo Dotti, il recital, intitolato Ascolta l'Anima, ha visto il Nostro presentare le sue ultime composizioni esibendosi in solitudine, cantando con la sua voce intrisa di feeling soul e alternandosi con maestria a chitarra acustica e pianoforte. A dispetto del taglio raccolto e intimistico di questa dimensione, il concerto ha squadernato tutto il pantagruelico enciclopedismo artistico di Beppe, musicista nato e indole solare capace di tenere tante cose insieme con la massima naturalezza. Le nuove canzoni in scaletta - un mélange di pop e soul con inflessioni classicheggianti - spaziavano dall'amor sacro a quello terreno: Da Te Ritornerò, Eternità, Ridammi L'Attimo, Without You I'd Be Blind (con Kimberly Lay co-autrice delle parole), la pianistica Per Te, Luna Non Dire Niente, There's A Time, il fervore religioso di Benedizione e Ascolta L'Anima sono state le tappe di un'esibizione di grande intensità. Ex enfant prodige, Beppe Cantarelli ha iniziato prestissimo ad alternare gli studi di musica classica alla pratica di quella pop: ancora adolescente è diventato chitarrista, autore e arrangiatore per Mina (Attila, l'album del '78 per metà scritto e quasi interamente arrangiato da lui, è il più venduto della Grande Cremonese). Nei primi anni '80 si trasferisce a Los Angeles e diventa braccio destro dell'influentissimo produttore-bandleader Quincy Jones. "Another Night", l'hit che nell'85 riporta in classifica la divina Aretha Franklin dopo una lunga assenza, gli spalanca le porte del successo come autore: lavora con le più grandi star, da Stevie Wonder a Joe Cocker. Ma il suo "colpo" più fortunato è "I Still Believe", interpretata da Mariah Carey, Brenda K.Starr e molte altre artiste: nel '99 frutta al suo autore un premio come "canzone più trasmessa sui media Usa nel corso dell'anno". Lo stesso brano che la bravissima cantante Alessandra Ugoni, in chiusura del concerto bussetano dell'altra sera, ha eseguito in omaggio all'ospite. Negli ultimi anni, però, Cantarelli si dedica sempre più spesso al genere da lui battezzato classic-crossover: composizioni sacre dal felice sincretismo musicale che porta in giro per il mondo (davanti al Papa per la Giornate Mondiali della Gioventù del 2000 e del 2002 ma anche a Piacenza, in Santa Maria di Campagna) con un'altra sua creazione, il Millennium Choir. Alcuni dei coristi coinvolti in quest'avventura militano nella Corale di Pontedellolio: saputo che Beppe era nei paraggi, hanno pensato bene di invitarlo. E ieri mattina, nella chiesa parrocchiale di Pontedellolio, la messa delle 10 ha avuto un ospite d'eccezione in Cantarelli, che, ospite del coro parrocchiale diretto dal maestro Augusto Martini, ha interpretato, in solitudine e con l'ensemble, la citata Benedizione, pezzo non ancora inciso, Panis Angelicus e Saremo Sempre Liberi (We'll Always Be Free) già presentato a Toronto, davanti al Papa e alle folle immense radunate per vederlo, alla Giornata della Gioventù 2002. Per la comunità pontolliese, una domenica memorabile alla quale, visto il successo, Cantarelli ha deciso di aggiungervi un ulteriore appuntamento mercoledì alle 21 quando terrà un recital voce e chitarra sulle note del Magnificat.
Dalla "Libertà"
Pagina degli Spettacoli
a cura di Oliviero Marchesi
6 Ottobre 2003
Tutti i diritti sono riservati
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